Il buon esempio parte dal basso. Con noi la democrazia si evolve!
Fabio D'Anna
Non cambierai mai le cose combattendo la realtà esistente.
Per cambiare qualcosa costruisci un modello
nuovo che renda la realtà obsoleta.
Buckminster Fuller
Il nostro è un movimento in crescita a cui tutti sono chiamati a partecipare.
Tutte le informazioni necessarie alla registrazione.
Iscriviti alla nostra mailing list.
Vieni a conoscerci personalmente. Controlla il prossimo evento programmato.
di Decidiamolo Insieme
La partecipazione.
La partecipazione delle cittadine e dei cittadini "accompagna" l'amministrazione lungo il ciclo di vita delle sue attività (come ad esempio politiche, piani, programmi, progetti, iniziative, ecc) dall'analisi all'ideazione e progettazione, dalla realizzazione alla valutazione, per aumentare l'efficacia dell'azione amministrativa e migliorare la qualità delle decisioni.
La partecipazione è un patto tra amministrazione e cittadinanza e impegna l'amministrazione a costruire la fiducia e la cittadinanza a condividere le responsabilità.
Le regole devono individuare in modo chiaro ed univoco:
- gli obiettivi del processo (informazione, ascolto, concetrazione, deliberazione,ecc);
- modalità di svolgimento (modi e tempi);
- ruoli dei diversi attori coinvolti (amministrazione e cittadini);
- quali impegni assume l'amministrazione (tempi di risposta, livello del possibile accoglimento delle proposte, valore dei sondaggi, ecc.);
- i risultati attesi e le modilità di restituzione degli stessi;
- le forme di tutela della privacy e dell'anonimato.
I livelli di partecipazione.
Si possono considerare 5 livelli di partecipazione in base al livello di iterazione tra cittadini e amministrazione:
1. informare: l'amministrazione fornisce indicazioni su politiche o progetti che ha realizzato o che intende realizzare; la cittadinanza ha l'opportunità di ascoltare e di fare domande;
2. ascoltare: i cittadini possono fare richieste, segnalazioni o proposte all'amministrazione la quale ha l'obbligo di ascoltare e rispondere;
3. consultare: la cittadinanza è consultata su vari temi e ha l'opportunità di influenzare le decisioni, tramite le informazioni e le opinioni che fornisce;
4. costruire insieme: l'analisi dei problemi e l'elaborazione di soluzioni a tematiche di pubblico interesse sono realizzate congiuntamente da amministrazione e cittadinanza;
5. decidere insieme: le decisioni su tematiche di pubblico interesse sono prese a partire dalla volontà della collettività.
Le fasi della partecipazione
La partecipazione dei cittadini alle attività dell'amministrazione avviene in momenti diversi del ciclo di vita delle diverse attività amministrative. Possiamo schamtizzarle in tre fasi principali:
A. Informazione: è il momento in cui la cittadinanza viene informata sull'operato dell'amministrazione. L'informazione avviene durante tutto il ciclo di vita delle attività amministrative (analisi, ideazione, progettazione, realizzazione, valutazione, ecc).
B. Discussione/Costruzione: è la fase in cui la cittadinanza discute con gli amministratori sulle tematiche di competenza dell'amministrazione ed eventualmente costruisce congiuntamente politiche, piani, programmi, progetti, ecc. di interesse della collettività.
C. Decisione: è la fase in cui la cittadinanza e amministratori prendono decisioni in modo condiviso sulle varie tematiche di interesse della collettività.
Perché coinvolgere?
-La complessità dei problemi socio-economici e ambientali richiede risposte diversificate
(tecniche, normative, economiche, sociali, culturali, gestionali), maggiore è il numero dei soggetti
coinvolti maggiore sarà la probabilità di aver analizzato tutti gli aspetti utili;
- La crisi della rappresentanza politica e delegata (democrazia rappresentativa)
produce sfiducia nelle istituzioni rispetto ai processi decisionali;
- Vi è una forte domanda di un maggiore protagonismo e impegno individuale e desiderio di intervenire in prima persona per rispondere a vecchi e nuovi bisogni personali e sociali. Vi sono esperienze da valorizzare come nuove forme di organizzazione del volontariato sociale, del no-profit e di iniziative di cittadinanza attiva sul territorio;
- I limiti intrinseci dei processi decisionali tradizionali sono evidenti, creano sempre
maggiori conflitti sul territorio, spesso dovuti al non coinvolgimento dei diversi attori
e delle comunità locali nelle fasi preparatorie (sindrome DAD).
Numerosi casi di conflitti scatenati da cittadini organizzati in comitati, in opposizione
a scelte considerate una minaccia alla sicurezza e alla qualità della vita (sindrome
NIMBY);
- Aiuta a superare le scarsa collaborazione e coordinamento tra istituzioni e settori diversi e rinvio delle
responsabilit&agrve; (sindrome NIMO);
- I costi sociali, economici, ambientali e istituzionali dei processi decisionali classici
sono maggiori, complessivamente, rispetto a quelli dei processi decisionali inclusivi
o partecipati.
Obblighi di Legge.
Prendere visione del DECRETO LEGISLATIVO 18 agosto 2000, n. 267
TESTO UNICO DELLE LEGGI SULLORDINAMENTO DEGLI ENTI LOCALI
a norma dell'articolo 31 della legge 3 agosto 1999, n. 265
In particolare l'Art. 8. (Partecipazione popolare)
1. I comuni, anche su base di quartiere o di frazione, valorizzano le libere forme associative e promuovono organismi di partecipazione popolare all'amministrazione locale. I rapporti di tali forme associative sono disciplinati dallo statuto.
2. Nel procedimento relativo all'adozione di atti che incidono su situazioni giuridiche soggettive devono essere previste forme di partecipazione degli interessati secondo le modalità stabilite dallo statuto, nell'osservanza dei princìpi stabiliti dalla legge 7 agosto 1990, n. 241.
3. Nello statuto devono essere previste forme di consultazione della popolazione nonché procedure per l'ammissione di istanze, petizioni e proposte di cittadini singoli o associati dirette a promuovere interventi per la migliore tutela di interessi collettivi e devono essere, altresì, determinate le garanzie per il loro tempestivo esame. Possono essere, altresì, previsti referendum anche su richiesta di un adeguato numero di cittadini.
4. Le consultazioni e i referendum di cui al presente articolo devono riguardare materie di esclusiva competenza locale e non possono avere luogo in coincidenza con operazioni elettorali provinciali, comunali e circoscrizionali.
5. Lo statuto, ispirandosi ai principi di cui alla legge 8 marzo 1994, n. 203 e al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, promuove forme di partecipazione alla vita pubblica locale dei cittadini dell'Unione europea e degli stranieri regolarmente soggiornanti.
Utente: DANNA
Pubblico
visite 1182
del 13/03/2015
Tutti gli articoli
Costituiamoci
Democrazia 2.0
Lettera agli indecisi
L'alternativa che non cerchi
Il paradosso delle regioni a statuto speciale