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Fabio D'Anna
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di Fabio D'Anna
Provate a parlar educatamente male del M5S nei social: orde di squinternati pronti ad offenderti e chiamarti servo del PD. Stessa cosa a parti invertite: se parli del PD. A causa del mio convinto NO alla riforma costituzionale mi hanno chiamato grillino molto più spesso di quanto nel lontano 2011 ero ancora convinto che il M5S fosse davvero ciò che serviva a questo paese. Di fatto, per molti, esiste un solo modo duale di leggere la politica, o di qua o di la. Persino la destra non tende più a distinguersi e si trovano facilmente esponenti come Alemanno che ammettano candidamente di aver votato il sindaco Raggi. Tutto questo sbraitare l'uno contro l'altro alimenta il dualismo, ognuno pronto ad evocare sciagure e nefaste conseguenze a causa dell'altrui governo.
Mi dispiace ma la politica non è così semplice, non si può separare tutto in bianchi e neri, onesti e disonesti, grillini e renziani. La politica è una partita di scacchi con diversi giocatori in campo e nessuno di questi ha l'esclusiva del "buono" o del "cattivo", come in uso nei film americani. Quello che dovrebbe prevalere non sono le leadership o i personalismi contrapposti ma solo e soltanto le idee, questo clima da stadio non aiuta per niente e riduce il tutto ad una continua accusa reciproca.
Se sapessero i grillini ed i renziani di stare combattendo una battaglia che giova solo ed esclusivamente al perseguimento di comuni interessi, forse capirebbero l'inutilità della loro risolutezza. Da decenni una certa cultura neoliberista ha prevalso sulla politica di destra e di sinistra, una questione risaputa, i risultati sono chiari ed incontestabili, basta controllare i numeri dell'ultimo decennio, i pochi ricchi raddoppiano i loro patrimanio e gli altri si impoveriscono, con un andamento ormai costante. Che il PD stia continuando questo tipo di politica, che in molti giudicano per nulla di sinistra, non vi è alcun dubbio. Dopo questi anni di governo non ve stata alcuna inversione di tendenza, anzi.
Il M5S direte voi però non ha mai governato e promette una rivoluzione, perché mai annoverarlo alla stessa corte? Una volta si diceva che in politica la coerenza è tutto, oggi il M5S ha fatto dell'incorenza una costante politica, inutile stare qui ad elencare tutte le incoerenze dello stesso, le trovate facilmente catalogate in #BeppeGrilloRemove. Quindi la domanda più importante tra tutte è: perché il M5S finge di essere ciò che evidentemente non vuole essere? Non c'é risposta se non si ammette la possibilità che lo stesso sistema di potere che ha interesse a mantenere lo status quo sia stato così lungimirante dall'occupare oltre lo spazio del governo anche lo spazio destinato all'opposizione, in modo da dare ad esso la massima garanzia di sopravvivenza.
Quando è nato il M5S infatti vi era un vuoto politico enorme, non troppo difficile da percepire, il berlusconismo era contrastato a parole ma nei fatti non vi era molto interesse a far fuori Berlusconi nemmeno dall'altra parte (pensate al patto della crostata), tutto questo cominciava a venir fuori e mentre aumentava l'insofferenza per Berlusconi montava anche l'insofferenza per la sinistra antagonista. I vuoti in politica però sono destinati a durar poco, non era difficile prevedere che sarebbe nato un nuovo soggetto politico pronto a cavalcare quell'onda. Non era nemmeno difficile sapere quali erano i temi e gli slogan necessari a far presa su quella fetta di opinione pubblica.
Molti pensano di stare facendo nel M5S una rivoluzione ed invece è solo una finta rivoluzione creata ad arte per evitare che scoppi quella vera.
Utente: DANNA
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del 09/09/2016
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