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Fabio D'Anna
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di Fabio D'Anna
Il Bilancio Partecipativo o partecipato è un modo per permettere la partecipazione diretta dei cittadini alla politica della propria città, consistente nell'assegnare una quota di bilancio dell'Ente locale
ad una gestione diretta da parte dei cittadini.
I cittadini devono essere nelle condizioni di interagire e dialogare con le scelte delle amministrazioni per
modificarle a proprio beneficio.
A partire dagli anni novanta questa pratica si sta affermando su scala mondiale come pratica
antonomastica della democrazia partecipativa.
Il bilancio partecipato funziona all'incirca in questo modo: la città è suddivisa in territori (circoscrizioni o quartieri). Si organizzano incontri pubblici (che possono avere forma fisica o virtuale, e tutta una gamma di diversi gradi di inclusività e rappresentatività, dall'assemblea alla giuria di cittadini estratti a sorte) in ciascun territorio, la popolazione è invitata a precisare i suoi bisogni e a stabilire delle priorità in vari campi o settori.
A questo si aggiunge talvolta una partecipazione complementare organizzata su base tematica attraverso il coinvolgimento dei suoi attori economici e quindi il coinvolgimento di categorie professionali o lavorative (sindacati, imprenditori, studenti..).
L'Ente locale di riferimento è presente a tutte le riunioni circoscrizionali e a quelle tematiche attraverso un proprio rappresentante, che ha il compito di fornire le informazioni tecniche, legali e finanziarie necessarie alla formalizzazione delle decisioni attento a non influenzare o prevaricare le decisioni dei partecipanti.
Alla fine ogni gruppo territoriale o tematico presenta le sue priorità all'Ufficio competente, il quale stila un progetto di bilancio che tenga conto delle priorità indicate dai gruppi territoriali o tematici.
Nel corso dell'anno successivo la cittadinanza valuta la realizzazione dei lavori e dei servizi decisi nel bilancio partecipativo dell'anno precedente.
In media le amministrazioni comunali, visti anche i vincoli di bilancio cui sono tenuti per legge, riconoscono alle proposte avanzate dai gruppi di cittadini la possibilità di incidere su una certa percentuale del Bilancio comunale.
L'esperienza più celebre di bilancio partecipativo si è avuta a Porto Alegre (Brasile), città di 1,3 milioni di abitanti. L'esperienza di Porto Alegre ha avuto inizio nel 1989 e il fine era quello di permettere ai cittadini di partecipare attivamente allo sviluppo ed alla elaborazione della politica municipale. In tal caso a Porto Alegre si è partiti dal 10% del bilancio comunale, fino ad arrivare gradualmente al 25%.
In Sicilia una legge Regionale recita: Ai comuni è fatto obbligo di spendere almeno il 2 per cento delle somme loro trasferite (NDR dalla Regione) con forme di democrazia partecipata, utilizzando strumenti che coinvolgano la cittadinanza per la scelta di azioni di interesse comune.
I comuni dovrebbero cominciare, il processo partecipativo non è immediato, più il territorio è grande più il tempo necessario è lungo. Palermo non può attendere, inziamo subito se non si vuole che la legge regionale resti lettera morta.
Decidiamolo Insieme, affiancando e coadiuvando un vasto panorama di associazioni, ha già una buona esperienza nel coinvolgimento dei cittadini, abbiamo realizzato sondaggi, gruppi di discussione, manifestazioni e convegni ed anche il molto amato evento "91 sedie per Danilo Dolci" in cui gruppi di cittadini spontaneamente, mediante la maieutica reciproca, si siedono a discutere dei problemi della città, siamo quindi ben disposti arricchire il nostro impegno anche nella realizzazione del bilancio partecipato e metterlo a disposizione del Comune, dei cittadini e di tutte le altre associazioni interessate.
Caro sindaco dacci un segno, noi i cittadini li sappiamo fare!
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P.S. il seguente video vuole solo ricordare al sindaco Orlando quanto sosteneva quando il sindaco era un altro:
Utente: DANNA
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visite 1998
del 21/07/2015
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