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Fabio D'Anna
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di Gaetano Azzariti, Lorenza Carlassare, Gianni Ferrara, Alessandro Pace, Stefano Rodota', Massimo Villone
La proposta di legge costituzionale che il senato voterà oggi dissolve lidentità della Repubblica nata dalla Resistenza. è inaccettabile per il metodo e i contenuti; lo è ancor di più in rapporto alla legge elettorale già approvata.
Nel metodo: è costruita per la sopravvivenza di un governo e di una maggioranza privi di qualsiasi legittimazione sostanziale dopo la sentenza con la quale la Corte costituzionale ha dichiarato lillegittimità del «Porcellum». Molteplici forzature di prassi e regolamenti hanno determinato in parlamento spaccature insanabili tra le forze politiche, giungendo ora al voto finale con una maggioranza raccogliticcia e occasionale, che nemmeno esisterebbe senza il premio di maggioranza dichiarato illegittimo.
Nei contenuti: la cancellazione della elezione diretta dei senatori, la drastica riduzione dei componenti
lasciando immutato il numero dei deputati la composizione fondata su persone selezionate per la titolarità di un diverso mandato (e tratta da un ceto politico di cui lesperienza dimostra la prevalente bassa qualità) colpiscono irrimediabilmente il principio della rappresentanza politica e gli equilibri del sistema istituzionale. Non basta largomento del taglio dei costi, che più e meglio poteva perseguirsi con scelte diverse. Né basta l'intento dichiarato di costruire una più efficiente Repubblica delle autonomie, smentito dal complesso e farraginoso procedimento legislativo, e da un rapporto stato-Regioni che solo in piccola parte realizza obiettivi di razionalizzazione e semplificazione, determinando per contro rischi di neo-centralismo.
Il vero obiettivo della riforma è lo spostamento dellasse istituzionale a favore dellesecutivo. Una prova si trae dalla introduzione in Costituzione di un governo dominus dellagenda dei lavori parlamentari. Ma ne è soprattutto prova la sinergia con la legge elettorale «Italicum», che aggiunge allazzeramento della rappresentatività del senato lindebolimento radicale della rappresentatività della camera dei deputati. Ballottaggio, premio di maggioranza alla singola lista, soglie di accesso, voto bloccato sui capilista consegnano la camera nelle mani del leader del partito vincente anche con pochi voti nella competizione elettorale, secondo il modello delluomo solo al comando. Ne vengono effetti collaterali negativi anche per il sistema di checks and balances. Ne risente infatti lelezione del Capo dello Stato, dei componenti della Corte costituzionale, del Csm. E ne esce indebolita la stessa rigidità della Costituzione. La funzione di revisione rimane bicamerale, ma i numeri necessari sono alla Camera artificialmente garantiti alla maggioranza di governo, mentre in senato troviamo membri privi di qualsiasi legittimazione sostanziale a partecipare alla delicatissima funzione di modificare la Carta fondamentale.
L'incontro delle forze politiche antifasciste in Assemblea costituente trovò fondamento nella condivisione di essenziali obiettivi di eguaglianza e giustizia sociale, di tutela di libertà e diritti. Sul progetto politico fu costruita unarchitettura istituzionale fondata sulla partecipazione democratica, sulla rappresentanza politica, sullequilibrio tra i poteri.
Il disegno di legge Renzi-Boschi stravolge radicalmente limpianto della Costituzione del 1948, ed è volto ad affrontare un momento storico difficile e una pesante crisi economica concentrando il potere sullesecutivo, riducendo la partecipazione democratica, mettendo il bavaglio al dissenso.
Non basta certo in senso contrario l'argomento che la proposta riguarda solo i profili organizzativi.L'impatto sulla sovranità popolare, sulla rappresentanza, sulla partecipazione democratica, sul diritto di voto è indiscutibile. Più in generale, l'assetto istituzionale è decisivo per lattuazione dei diritti e delle libertà di cui alla prima parte, come è stato reso evidente dalla sciagurata riforma dellarticolo 81 della Costituzione.
Bisogna dunque battersi contro questa modifica della Costituzione. Facendo mancare il voto favorevole della maggioranza assoluta dei componenti in seconda deliberazione. E poi con una battaglia referendaria come quella che fece cadere nel 2006, con il voto del popolo italiano, la riforma parimenti stravolgente approvata dal centrodestra.
Utente: DANNA
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del 13/10/2015
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