Il buon esempio parte dal basso. Con noi la democrazia si evolve!
Fabio D'Anna
Non cambierai mai le cose combattendo la realtà esistente.
Per cambiare qualcosa costruisci un modello
nuovo che renda la realtà obsoleta.
Buckminster Fuller
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di Fabio D'Anna
Tra le tante discordanze del mondo politico possiamo almeno ricavare un punto fermo, un'opinione condivisa dall'intero universo: i partiti polici italiani soffrono da diverso tempo di una crisi di rappresentanza senza precedenti. All'inizio erano le ideologie a tenere banco ma con il tempo, dopo la fine dell'utopia comunista, le grandi ideologie hanno smesso di essere un vitale fattore aggregante. Alle ideologie, sarebbero dovute subentrare le idee ma con una classe politica vecchia e aggrappata alla poltrona come la nostra questa rivoluzione non c'é stata. In un primo momento si pensò che il bipolarismo e la strategia dell'alternanza sarebbe stata la soluzione, tuttavia nel bipolarismo l'ago della bilancia sono spesso gli indecisi, in Italia si constatò che gli indecisi erano in gran parte al centro e tutto si risolse in una gara per accaparrarsi quegli elettori moderati con l'ingrato compito di non scontentare troppo gli estremi, sempre molto utili. Gli schieramenti finirono per amalgamersi e confondersi e nessuno pensò utile aggredire i privilegi. Nacque l'idea di una casta indistinta, funzionale solo a se stessa, così l'avvento del M5S si consolidò una struttura tripolare e ciò si spiega proprio nell'icapacità di diversi elettori di trovare forti differenze tra destra e sinistra.
Nessuno però ha ancora risolto il nodo essenziale di questa crisi dei partiti. Si insiste ancora sulla responsabilità dei leader e la governabilità pensando di risolvere il problema con una riforma elettorale e degli organi istituzionali. La crisi invece è dovuta proprio al fatto che i partiti non rappresentano più di loro stessi, sono infatti lontani anni luce dalle rivendicazioni dei cittadini. Il vero ed unico problema è che la sovranità del popolo, incisa a grandi lettere nell'articolo 1 della nostra Costituzione non è stato rispettato. I partiti hanno tradito il metodo democratico previsto dall'articolo 49 della Costituzione e non avendo più ideologie a guidare la loro azione non hanno saputo collegare le loro rivendicazioni alla volontà del popolo.
I programmi elettorali sono diventati poco più che specchietti per le allodole, slogan vuoti pronunciati in campagna elettorale e dimenticati il giorno stesso dell'insediamento del nuovo governo, siamo finiti per inseguire lo stile americano del culto del leader anche quando questo non aveva obiettivamente nulla da far invidiare alle prerogative incise sulla nostra Carta Costituzionale.
I partiti così impegnati ad una competizione tra l'egocentrismo dei leader, come combattimenti tra pavoni che lottano per il territorio, così pieni di se da non considere affatto l'altrui idea, più che lavorare per soluzioni condivise e risolutive sono impegnati alla demonizzazione ed alla derisione dell'avversario.
In questo clima inutile sperare un cambiamento di rotta, inutile sperare che i partiti si possano riformare da soli, occorre immediatamente un quarto polo. Un nuovo partito, con la convinzione di essere tale, cioé partito e quindi comunque consapevole di rappresentare una parte del popolo e non tutto (come invece nell'assurda pretesa dei grillini) che abbia però l'obiettivo principale di riportare al centro dell'attenzione la sovranità popolare.
Un partito per l'attuazione del formidabile patto politico e sociale descritto e mai attuato nella Costituzione Italiana del 48. Un partito che sappia decidere per il bene comune senza lasciarsi condizionare dalla compezione elettorale. Un partito che esalti le proprie idee invece di esaltare le proprie persone. Un partito che coerentemente con il proprio obiettivo si strutturi al proprio interno in modo ancor più democratico delle istituzioni che si candida a rappresentare. Un partito che sappia dare il buon esempio. Un partito che nasca dal basso, perché tutti quelli aggregati intorno ad esponenenti di spicco li abbiamo poi inesorabilmente visti naufragare verso interessi di parte.
Non attendere oltre, aggregati.
Utente: DANNA
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del 08/07/2016
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