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di Giuseppe Marchese
Spiace purtroppo venire a conoscenza che nella nuova era post Saguto, succede che l'agenzia nazionale dei beni confiscati ha imposto la chiusura dei locali della palestra Vivita, condizionando il destino di almeno venti persone (FAMIGLIE) tra impiegati e addetti ai lavori che vivono grazie all'attività commerciale della palestra e che hanno contribuito a rendere la Vivita una delle realtà del settore più belle ed efficienti della nostra città.
Il fatto accaduto è riportato con dovizia di particolari in diversi quotidiani online come PalermoToDay ,mentre sui social parole di sdegno e solidarietà si moltiplicano ora per ora, personalmente mi colpiscono queste frasi scritte e condivise in alcuni post che riporto avendone chiesto il permesso, "Riteniamo doveroso ringraziare le forze dell'ordine che hanno dimostrato la massima collaborazione con la nostra azienda, provvedendo mestamente, con umiltà, è dichiarata vergogna allo sgombero e la chiusura dei locali per i quali ci batteremo legalmente fino allo sfinimento delle nostre risorse."
Voglio manifestare la mia solidarietà alla realtà Vività fatta da persone (FAMIGLIE) riportando un testo che in questo momento mostra la loro più grande preoccupazione, ovvero l'essere accomunati alla criminalità organizzata.
" Per fare chiarezza sulla chiusura forzata della palestra VIVITA L'errore più grosso, è quello di accomunare noi, alla criminalità organizzata! A fronte di 3000 mq dislocati tra piano terra e I° piano, su cui noi, tramite sentenza del TAR Lazio SIAMO AUTORIZZATI ad esercitare la nostra attività, vi è un atto di confisca che ricade SOLTANTO su 301 mq che noi appunto NON UTILIZZIAMO tant'è che, perfino l'accesso a questo spazio dal numero civico 4759, è MURATO! Ma hanno ben pensato, di chiudere tutto, fottendosene della sentenza e del danno economico e di immagine recatoci!!! (Francesca Uva) "
La domanda che come cittadino mi pongo è: perchè tutto questo... Perchè a Palermo e in Sicilia in generale quando qualcosa funziona con passione e grande voglia di fare, deve necessariamente trovare ostacoli. Tutto ciò crea sconforto e quel che peggio anche una crescente mancanza di fiducia in una giustizia che si percepisce sempre più forte con i deboli e gli onesti e totalmente assente nell'agire contro i poteri forti capaci solo di ostacolare la gente onesta che lavora.
Utente: PINELOT
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del 28/04/2016
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