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Fabio D'Anna

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Finta democrazia diretta

  • Le buffonarie

    Le buffonarie

    La democrazia diretta da Beppe Grillo

    di Fabio D'Anna
    E' indubbio che il Movimento 5 stelle ha usato la retorica della democrazia diretta e del "Uno vale Uno" fin dalle origini facendo immaginare un movimento che si basa in una struttura orizzontale, senza leader, dove chiunque avrebbe dovuto contare quanto gli altri, salvo contraddirsi nel non statuto in cui si dava un ruolo ai portavoce (candidati sindaco) detentori del simbolo ed al suo leader Beppe Grillo (proprietario del marchio). Si disse però che Grillo avrebbe usato quel ruolo solo in quanto garante del movimento ed in cambio si sarebbe adoperato come megafono.

    Nel tempo però i segnali contrastanti sono stati molti: le espulsioni, il programma finto partecipato, la mancanza di regole a livello locale, la promessa di un portale per decidere mai arrivato. Tuttavia, tutte questioni che venivano accantonate con giustificazioni che ai più potevano sembrare ragionevoli, soprattutto perché i singoli fatti venivano narrati da una singola fonte, il Blog di Grillo, difficile trovare sui media le ragioni avverse. Ma l'apice della falsa contro informazione grillina è arrivata con quelle che sono state battezzate da Grillo "Parlamentarie".
    Dovevano essere l'apoteosi della rivoluzione grillina, i partiti fanno scegliere a poche persone, mentre il movimento fa scegliere alla rete. Solo che in realtà a poter scegliere non è la rete, si tratta di un non definito gruppo di persone che si sono iscritte e certificate sul portale del Movimento 5 Stelle ad una certa data. Può votare chi era iscritto al M5S al 30/9/2012 e ha inviato i suoi documenti di identità digitalizzati. Ogni votante ha a sua disposizione tre preferenze da attribuire a candidati della sua circoscrizione elettorale, al cui elenco viene indirizzato al momento del voto
    In questo modo si sarebbe dovuto evitare l'assalto dei nuovi iscritti, che si iscrivevano solo per votare il proprio prescelto. 
    Ma nessuno ha fatto rilevare a Casaleggio e Grillo che tale modo di procedere, per quanto possa essere presa per buona l'onesta del gestore, non offre alcuna garanzia ai candidati, un sondaggio sarebbe stato più rappresentativo della fasulla votazione eseguita nelle parlamentarie. Elenchiamo alcuni motivi:
    - Sul sito si può iscrivere chiunque alleghi la copia di un documento di identità, ma la copia di un documento inviata via web non è verificabile ed è facilmente falsificabile;
    - Sul sito si può iscrivere chiunque alleghi la copia di un documento di identità, ma chi per mestiere o per altro motivo viene in possesso di copie di documenti altrui potrebbe in teoria iscrivere molti utenti e conseguentemente avere a disposizione molti voti;
    - Costruire il sistema di voto, mediante l'autenticazione del precedente portale, avrà necessariamente impiegato un po di tempo e di persone, difficile impedire una fuga di notizie sul metodo di voto; Questo significa che un potenziale candidato che viene a sapere prima che i votanti sarebbero stati gli iscritti al portale avrebbe fatto in tempo a far iscrivere parenti ed amici per assicurarsi una base elettorale certamente più ampia di quella del candidato ignaro di tutto. I risultati infatti hanno mostrato che sono stati determinanti poche centinaia di voti ed i vincitori sono stati quelli che più avevano contatti con lo staff e Casaleggio;
    Tanto è vero che in alcuni siti si propagandava la possibilità di ottenere pacchetti di voti certificati, vera o falsa la notizia è comunque verosimile. Tutto ciò significa che la sbandierta rivoluzione grillina già solo per le modalità di voto risulta una farsa, ma la questione non finisce qui. I candidati che avete visto nella lista delle parlamentarie, che sono stati votati dai pseudoiscritti, in realtà non erano tutti gli aventi diritto che avevano richiesto di partecipare.
    La lista era già stata epurata da una grande quantità di persone che sono state escluse con una email fotocopia alla vigilia del voto, persone che a termini di regolamento erano perfettamente in regola, avevano tutti i requisiti ma che spesso costituivano un ostacolo al lecchino del capo locale o allo stesso vertice. A nulla sono servite le migliaia di richieste di spiegazioni su tali esclusioni, Grillo non ha mai risposto nel merito. L'unica risposta ricevuta è stata quella assurda esternazione del "fuori dalle palle".


    Infatti, siamo fuori!

    Utente: DANNA

    Pubblico
    visite 1895
    del 14/06/2013

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