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di Alessandro Crociata
L'Università italiana sta diventando un "sogno" per pochi eletti. Oltre il 50% delle facoltà sono a numero chiuso (o meglio, ad "accesso programmato"), alle stesse possono accedere un numero assi esiguo di studenti.
A questo si aggiungano i costi sempre più gravosi per tasse e altro che di fatto determinano un ulteriore impedimento all'accesso agli studi universitari per tutte quelle fasce di popolazione impoverite dalla crisi. Tutto questo in palese contraddizione con quanto delineato dai Padri Costituenti, per i quali "i capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi" (art. 34, comma III, Cost.).
Questo principio negli ultimi 15 anni è stato sempre più svilito e mortificato. Invero, si sta delineando un percorso di accesso ai corsi di laurea condizionato da meccanismi di selezione di natura quantitativa, finalizzata semplicemente a scremare il numero di studenti richiedenti l'iscrizione.
Chi ha avuto la ventura (o sventura) di provare sul campo il meccanismo selettivo (o se ne è dovuto occupare professionalmente) sa bene che il metodo usato per selezionare è del tutto inefficace e, di fatto, non consente di selezionare i "meritevoli e capaci". A questo si aggiungano reiterati errori nelle domande, confusione organizzativa, tempi stretti, contenuto dei quesiti. Tutti elementi che determinano una selezione di tipo casuale, fortunosa. Nel migliore (o peggiore dei casi) a favore di coloro che hanno i mezzi economici per frequentare dispendiosi corsi di preparazione.
Il gap del numero dei laureati rispetto agli altri Paesi aumenta, facendo così proporzionalmente diminuire la competitività del sistema complessivo. Meno laureati determinano minori competenze specialistiche. Fattore che si paga a caro prezzo in un mondo globalizzato come quello attuale. Democrazia in Movimento ritiene che serva più istruzione e più ricerca, in sostanza servono cervelli preparati, per questa ragione ha di recente approvato un punto programmatico molto importante, che vuole mettere al centro della c.d. "agenda" del Paese la "questione formazione".Questo il testo della proposta programmatica:
Democrazia in Movimento è contraria al "numero chiuso" o "programmato" per l'accesso ai corsi di laurea universitari.
Il movimento ritiene il contingentamento dell'accesso agli studi universitari contrario ai precetti costituzionali in materia di istruzione (artt. 33 e 34 Cost.); ritiene comunque il metodo utilizzato per selezionare gli aspiranti universitari - attuato attraverso concorsi per tests a risposta multipla - mortificante e non idoneo a selezionare gli studenti migliori.
Il Movimento afferma nettamente i principi che l'istruzione universitaria deve ricevere le necessarie risorse per consentire la più ampia offerta formativa di istruzione universitaria, quale necessario presupposto per la crescita sociale ed economica del Paese.
Utente: ALECRO
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del 11/06/2014
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