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Fabio D'Anna

Non cambierai mai le cose combattendo la realtà esistente.
Per cambiare qualcosa costruisci un modello nuovo che renda la realtà obsoleta.
Buckminster Fuller

Democrazia Diretta

  • Tavolazzi vorrebbe espellere ma rimane isolato

    Tavolazzi vorrebbe espellere ma rimane isolato

    Predicare bene, razzolare male

    di Fabio D'Anna

    Quando ho letto su facebook quel post di Valentino Tavolazzi stentavo a credere ai miei occhi, le armi di Tavolazzi devono ormai essere molto spuntate se ricorre alla diffamazione pur di darsi ragione. L'articoletto è presente pure su una pagina internet che abusivamente riporta il nome di Democrazia in Movimento:  "Esattamente come Casaleggio e Grillo, il duo Crociata D’Anna ha tentato l’espulsione di massa secondo i principi della democrazia “diretta” da Palermo. Lo faremo sapere al mondo."

    In realtà Tavolazzi probabilmente non ha gradito di trovarsi in minoranza in un movimento che lo annovera tra i promotori, per ristabilire il suo volere non ha esistato a delegettimare la piattaforma di voto che avrebbe comunque garantito la conta dei voti a favore o contro una qualunque proposta.

    Piattaforma regolarmente votata dall'assemblea degli iscritti che ha subito tentativi continui da parte di Tavolazzi e alcuni suoi amici di insinuare dubbi con pretesti riguardanti la proprietà del software, ben sapendo che il nodo cruciale per quanto riguarda le piattaforme di voto, non è chi ha fatto il software o chi ne detiene i diritti ma bensi chi controlla il server dove tale software è installato.

    E' un fatto che la precedente piattaforma utilizzata da DIM fosse installata in un server controllato da Fulvio Biagini, amico di Tavolazzi. Non si conoscono altri amministratori di tale server oltre Biagini. Nessuno, iscritto a DIM o meno, era in grado di controllare se quell'installazione del software corrispondesse in pieno al software Liquid Feedback così come dichiarato o fossero presenti alterazioni/modifiche che potessero inficiarne l'uso democratico.

    E' noto che la nuova piattaforma e-atene si trova su un server controllato da una omonima associazione indipendente ed aperta (nel senso che chiunque può iscriversi ad essa) che prevede un protocollo di trasparenza che permette a persone garanti, anche indipendenti da organizzazioni e partiti, di controllare costantemente la piattaforma di voto e segnalare eventualmente ogni possibile violazione.

    Tavolazzi si è dovuto spingere fino ad interpretare statuti e regolamenti a suo piacere e portare una minoranza di iscritti a deliberare persino un nuovo Presidente. A nulla è valsa la dichiarazione fatta da un numero maggiore di iscritti che ha dichiarato inammissibile nel merito e nei modi l'assemblea convocata da Tavolazzi. Pur sapendo di non essere legittimati, questa minoranza pretenderebbe di decidere per tutti. In una presunta assemblea, disertata dai più proprio perché ritenuta illegittima, si dichiara:

    - Che associazione e movimento sono cose distinte e separate come in grottesche affermazioni di grillina memoria;

    - Che l'associazione ufficialmente registrata e firmata tra l'altro anche da Tavolazzi e molti dei presenti a quella assemblea illegittima fosse priva di alcun valore;

    - Che si sfiducia il Presidente di Democrazia in Movimento e si stabiliscono tutte le nuove cariche del movimento fingendo di seguire procedure dettate dallo Statuto, dimenticando che lo Statuto è relativo però a quella stessa associazione che dicono di dichiarare illegittima, un festival dell'assurdo;

    - Si invitano tutti gli iscritti a cancellarsi dall'associazione, cosa che è stata eseguita fino ad oggi solo da Tavolazzi e pochissimi altri fedeli amici.

    Tavolazzi sa bene che tali condizioni sono inaccettabili da gran parte degli iscritti ed è quindi questa operazione che ha spaccato il movimento. Questo modo di agire fuori da regole condivise è stato in realtà il modo con cui si è inteso epurare le persone che non gradiscono subire ricatti da una minoranza. Ma purtroppo per Valentino il gioco non è riuscito, Tavolazzi è riuscito solo a trascinare una dozina di iscritti ad un isolamento politico, forse immaginava che l'avere registrato il simbolo ed il nome a dominio democraziainmovento.it a nome di suoi amici, quando ancora l'associazione non era registrata, potesse assicurargli un certo predominio. Anche la famosa conferenza tra soggetti di democrazia liquida e partecipata, inizialmente organizzata da Democrazia in Movimento prendendo spunto da un idea del suo Presidente Alessandro Crociata, dopo che Tavolazzi ha posato sopra il suo cappello facendo approvare a poche persone una carta di intenti (in una conferenza nata sotto altri auspici) si è ridotta giorno 14/09 ad una riunione  tra una ventina di persone, quasi come un condominio, tutt'altro che partecipata.

    Utente: DANNA

    Pubblico
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    del 15/09/2014

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