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Fabio D'Anna
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di Maurizio Bongioanni - fonte: Lettera 43
Può un Comune di 10 mila abitanti, con i vincoli imposti agli enti
locali, produrre in proprio energia pulita, raggiungendo la piena
autonomia energetica e anzi, guadagnando?
Per Montechiarugolo, Comune in provincia di Parma, dove il saldo energetico è positivo, la risposta è sì.
Qui non solo si coprono interamente i consumi locali ma l'eccesso viene
venduto così da far entrare nelle casse comunali quasi 1 milione di
euro l'anno.
La "rivoluzione verde" è opera di Maurizio Olivieri, assessore all'Ambiente dal 2009 al 2014.
Professore di greco nel Liceo del paese, Olivieri è partito dalla
mappatura dei consumi del territorio per arrivare a definire un modello
perfettamente replicabile altrove: «Abbiamo scoperto di consumare 279
milioni di KWh l'anno. Ogni nostro cittadino consumava quasi 2,5
tonnellate di petrolio allanno a testa, pari a 5,4 tonnellate di CO2».
BUON ESEMPIO DALL'AMMINISTRAZIONE PUBBLICA.
Olivieri era conscio che, sebbene non fossero le istituzioni le
colpevoli dei maggiori consumi elettrici bensì i privati, il buon
esempio doveva arrivare in primis dall'amministrazione pubblica: «Se
vogliamo arrivare al 20, al 50 e infine all80% della diminuzione dei
consumi ` chiaro che bisogna coinvolgere cittadini e imprese».
Per questo il Paes (Piano di azione per l'energia sostenibile) viene
approvato solo dopo un percorso partecipativo, che informa la
cittadinanza sugli aspetti più critici (come l'illuminazione pubblica
che incideva dell'80% sulle spese per l'energia) sui quali intervenire e
accoglie suggerimenti e proposte.
L'IMPORTANZA DEL FOTOVOLTAICO. Prima iniziativa verso l'indipendenza è stato il parco fotovoltaico Helios.
Ma come ha fatto questo piccolo Comune, contando che ci si trova in un
periodo in cui i trasferimenti da parte dello Stato sfiorano lo zero, a
realizzare un progetto da 7 milioni di euro? «Abbiamo cercato una
procedura che ci lasciasse la possibilità di decidere cosa fare, di
farlo come Comune direttamente, coinvolgendo i privati senza lasciare
loro il progetto», spiega Olivieri, «abbiamo scelto un bando di leasing
in costruendo. Quindi sì che a bilancio ogni anno registravamo le
passività delle rate, ma la vendita dell'energia prodotta ha fatto sì
che il saldo fosse positivo».Con questo meccanismo nel 2013 le passività delle rate ammontavano a
650 mila euro ma gli introiti erano di 1,35 milioni, lasciando nelle
casse circa 700 mila euro, cifra in grado di coprire tutta la spesa
elettrica del Comune e permettere un ulteriore utile di circa 300 mila
euro. «Così la vendita dell'energia solare prodotta ha in gran parte
sostituito i tagli governativi».
I Comuni spendono meno di elettricità per scuole, palazzetti, impianti
sportivi e uffici messi assieme che per illuminare le strade.
Così l'allora assessore all'ambiente punta tutto sulla riduzione di
tale spreco. «Si è deciso di procedere allinstallazione di led su
tutti i lampioni della nostra rete formato da 2550 punti luce dopo
averne riscattati 400 dati in concessione a una ditta privata. La spesa
della sostituzione ammontava a 1,7 milioni di euro».
Dove trovare i soldi? «Il Comune li aveva già, anzi li stava già spendendo: erano quelli sprecati in energia a perdere».
ENERGIA, DA SPESA A FONTE DI GUADAGNO.
Attraverso un Contratto di messa in disponibilità (Cmd, poco usato in
Italia, tanto che quello di Montechiarugolo è il primo bando di gara di
questo tipo, cioè dedicato all'illuminazione, e senza consulenti
esterni), il Comune ha installato nuovi led ad alte prestazioni - di
fabbricazione italiana - e affidato la parte software (trasmissione
radio punto-punto) a una giovane azienda di Benevento. I costi di
manutenzione sono diminuiti del 95% e quelli elettrici sono passati da
330 mila a 85 mila euro (senza parlare della diminuzione di inquinamento
luminoso).
«Nel 2008 lenergia rappresentava solo una spesa», riprende l'ex
assessore, «ma ora il saldo positivo è di circa 900 mila euro allanno.
Sono circa 90 euro a cittadino, ancora per 15-20 anni. Significa che
sarà possibile diminuire la pressione fiscale, ovvero mantenere gli
standard di servizi attivi in un momento in cui calano le risorse di
altro tipo».
L'IMPATTO POSITIVO SUL PIL. Nel nostro
Paese, secondo il rapporto del Politecnico di Milano Stato e
prospettive dellefficienza energetica in Italia, ci sono 10 milioni di
lampioni il cui efficientamento potrebbe portare alla crescita del Pil
del 2-4%.
«La rete d'illuminazione pubblica è un asset strategico», conclude
Olivieri. «Per questo è importante non cederla in concessione, come
siamo stati più o meno costretti a fare in passato con le altre reti,
quali acqua e gas. Meglio tenercela stretta: la cessione di fette del
patrimonio pubblico è un saccheggio progressivo fatto ai danni degli
enti locali, a cui bisogna opporsi».
Gli scienziati italiani contro lo Sblocca Italia (fonte: presa..."Anche se tirassimo fuori tutto il petrolio che c'è nel sottosuolo italiano non basterebbe neanche per tre anni".Un video di pochi minuti in cui Nicola Armaroli (dirigente di ricerca del Cnr di Bologna) e Vincenzo Balzani (professore emerito dell'Università di Bologna - Accademia dei Lincei) forniscono numeri molto interessanti e da utilizzare per convincere tutti a fermare le trivelle.Il 17 APRILE vota SI' !!!
Pubblicato da Coordinamento Nazionale No Triv su Sabato 27 febbraio 2016
Utente: DANNA
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del 02/03/2016
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